Benedetto Bustini

BENEDETTO BUSTINI

PITTURA IPERFANTASTICA

Senza affidabili certezze amai liriche levità, m’incantò il raggiato soffione che nei placidi cieli d’estate va leggero e silente, talora mi sfiorò nella luce d’agosto etereo messaggio gradito

PENSIERO E FORMa

L'identità ridefinita alla luce dell'era nuova

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L'INTERVISTA

Genesi dell'opera

… Bustini aveva capito che, per dare libero sfogo alla fantasia, doveva allontanarsi dalla pittura naturalistica rappresentativa, ormai anacronistica, e trovare un linguaggio più adeguato alla realtà in divenire, analogamente a quanto era accaduto ai futuristi con il mito della velocità. Tuttavia il passaggio dall’iconografia convenzionale a tematiche più inventive non è stato immediato e privo di approfondimenti. Ad un certo punto – abbandonate le nature morte, i ritratti e i paesaggi, superata l’esperienza citazionista e la breve stagione della ricerca polimaterica – con entusiasmo e tensione innovativa, come un solitario astronauta del colore-luce, iniziava l’esplorazione cosmica. Per visualizzare la nuova poetica, non adottava i modi dei movimenti allora dominanti, bensì un personale codice disegnativo-cromatico-compositivo